Charpy Impact
Le prove di impatto si utilizzano per determinare il comportamento di un materiale sottoposto ad elevate velocità di deformazione. Le macchine tipiche per queste prove sono i pendoli ad impatto, i quali quantizzano l’energia assorbita dalla rottura di un campione standard attraverso la misura dell’altezza di risalita del pendolo a seguito dell’impatto. Per questa misura sono applicabili diversi metodi
- Charpy (ISO 179-1, ASTM D 6110)
- Izod (ISO 180, ASTM D 256, ASTM D 4508)
Metodo
Secondo la ISO la prova viene eseguita su campioni senza intaglio, con impatti sul lato stretto (1eU). Se con questa configurazione di prova il campione non si rompe, devono essere utilizzati campioni con intaglio, anche se i risultati delle due prove non potranno essere direttamente confrontabili. Se non si ottiene ancora la rottura del campione, si deve procedere con la prova di trazione a impatto.
L’Izod secondo ASTM, nel quale si utilizzano sempre campioni con intaglio. Meno comune è la prova cosiddetta “unnotched cantilever beam impact”, descritta dalla normativa TM D 4812, simile alla prova Izod, ma eseguita su campioni con intaglio. Nel caso in cui siano disponibili solo campioni di piccle dimensioni, viene utilizzata la prova detta “Chip-impact”, descritta dalla norma ASTM D 4508